Glossario

Abbozzo: in francese èbauchon. E il pezzo di radica sgrossato ricavato dal ciocco che è il materiale grezzo destinato alla realizzazione delle teste delle pipe.

Ambra sintetica: materiale utilizzato spesso per il bocchino, non solo nel­le pipe di schiuma di mare. Visto che i giacimenti dei pezzi di ambra di grandi dimensioni si stanno lentamente esaurendo, si fa spesso ricorso a pezzetti di ambra pressati e trasformati in ambra sintetica. Essa ha quindi la stessa composizione chimica dell’ambra naturale, lo stesso colore e le stesse caratteristiche chimiche.

Army: Anche definito montaggio a floc. Metodo di assemblaggio testa/bocchino che prevede un innesto conico ed una ghiera arrotondata. Consente di smontare il bocchino anche a pipa calda.

Battuta: Superficie di contatto fra canna e bocchino. Almeno per ragioni estetiche deve essere precisa combaciando le due superfici, diversamente appare luce. Non esiste nelle army.

Bent: forma di pipa curva che esiste nelle varianti Bent Albert, Bent Army e Bent Rhodesian. Se la pipa è semicurva viene denominata Halfbent. Le Bent consentono una migliore presa tra i denti poiché il bari­centro è spostato verso il basso rispetto a quello delle pipe dritte (chiama­te Straight). In questi modelli è tuttavia più difficoltoso inserire uno scovolino per assorbire la condensa che si forma durante la fumata che nei modelli dritti.

Bianco di balena: grasso contenuto nella bozza frontale del capodoglio con il quale venivano trattate in passato le teste delle pipe di schiuma di mare affinché diventassero “morbide”. Ad eccezione del francese Philippe Bargiel, che intinge ancora oggi le teste nel grasso di balena, nella lavora­zione odierna della schiuma di mare si fa esclusivamente uso di cera.

Bird’s eye: è la venatura a occhio di pernice che si riscontra sulla testa e sul cannello della pipa e che appare sotto forma di cerchietti che assomi­gliano a “occhi di uccello”. La loro formazione dipende dal taglio trasver­sale della parte migliore del ciocco ed essi sono in realtà l’apertura dei condotti acquiferi che assumono la forma di venatura longitudinale. Se una pipa ha quindi una venatura Straight Grain perfetta, gli occhi di pernice sono visibili sul lato superiore e inferiore della testa. Le pipe con una vena­tura a occhio di pernice sono altrettanto richieste quanto le Straight Grain.

Bocchino: Prolungamento della canna. Ebanite, metacrilato, raramente corno o radica. Innesto con spina oppure conico (= a floc). Quando è conico ed è accompagnato da una ghiera realizza una pipa army, con la variante spigot quando la conicità è rivestita di metallo. Sezione: vedi cannello. Termina con l’imboccatura. Affusolatura uniforme (= pieno o taper) oppure con scalini (= a sella). Tendenzialmente lungo quanto la canna ma la proporzione varia secondo i modelli.

Bollitura: La radica segata in placche e abbozzi viene bollita in acqua e poi scolata rapidamente perché è più buona se “al dente”. Lo scopo è di bloccare l’attività vegetativa, evitare le fessurazioni ed eliminare il tannino. Quelli più furbi utilizzano la stessa acqua per più bolliture ottenendo un bel concentrato di tannino.

Calabash: pipa di grandi dimensioni ricavata dalla zucca africana essiccata e rive­stita con schiuma di mare nella parte interna del fornello. Anche le pipe di radica che calcano la sua forma conica vengono definite pipe Calabas­h. Questo tipo di pipa fa spesso la sua comparsa nei film di Sherlock Hol­mes. Fumo più fresco non si può.

Cannello (o canna): Tra il fornello e il bocchino. Generalmente fa corpo unico con il fornello. Sezione tonda, ovale, quadrata, romboidale e anche composita.

Parafiamma (o cap): Protezione in metallo della sommità del fornello. Il nome è illuminante.

Cavatore: Chi cerca la radica. Deve saper riconoscere l’erica con ciocco ben sviluppato e deve essere disposto a scarpinare per monti e valli pur non essendo un turista naturista. Ai tempi, insieme ai ciocchi, raccoglieva anche le fronde con le quali si producevano le scope di saggina ora realizzate in materiale plastico.

Ciocco: rigonfiamento che si forma sotto terra tra il fusto e l’apparato radicale dell’erica arborea che viene utilizzato nella produzione piparia. Per raggiungere le dimensioni necessarie che corrispondono ad un pallone, l’ar­busto deve avere almeno trent’anni. Si parla di “raccogliere” i ciocchi seb­bene sia più appropriato parlare di “scavare”. Ad ogni modo, una volta avve­nuta la raccolta, il ciocco deve essere bagnato continuamente dopodiché viene trasportato nella segheria dove i tagliatori lo tagliano in abbozzi. Creata perché gli umani potessero fumare bene, forse anche per dare stabilità ad una pianta esposta al vento.

Classicismo: con tale termine si intendono le forme delle pipe tradizio­nali. I modelli severamente classici vengono realizzati principalmente dai maggiori produttori inglesi. Gli artisti freehand realizzano però spesso varianti di forme classiche e, a seguito della diffusione mondiale dei modelli di pipe danesi, si è nel frattempo affer­mato il termine “classicismo danese”.

Coperchio: Copertura del fornello, generalmente apribile ma a volte rimovibile. Generalmente in metallo (argento) ma a volte in radica. Protegge dal vento ma ha soprattutto rilevanza estetica.

Cross Grain: termine che indica la venatura della testa della pipa quan­do la parte migliore del ciocco viene tagliata e lavorata ad angolo retto rispetto alla grana. In tal caso la grana ha un andamento orizzontale su ambedue i lati della testa mentre gli altri due lati mostrano gli occhi di per­nice.

Ebanite: Sostanzialmente gomma molto vulcanizzata utilizzata per i bocchini. Contiene necessariamente lo zolfo come catalizzatore, che tende ad ossidarsi se esposto alla luce, in compenso è antibatterica e relativamente morbida sotto i denti.

Fancy: parola inglese che negli anni settanta indicava la forma di pipa estrosa e particolare. Oggi tale termine indica soprattutto le pipe con testa a (più) colori con le quali i fabbricanti intendono conquistare in particolare i giovani che seguono la moda. La testa viene di solito ricoperta con uno strato colorato e infine verniciata. Non potendo la radica sottostante respi­rare, si forma la condensa che impregna il legno e la pipa ha una durata inferiore rispetto a una trattata con cera naturale.

Filtro: Utili quelli antipolline per i climatizzatori, molto meno quelli per pipa. “Il filtro, un problema tedesco” così viene descritta la predilezione per il fil­tro da 9 mm in molteplici libri e articoli di riviste specializzate. Molti pipai stranieri si lamentano del fatto che il cannello e il bocchino non siano suf­ficientemente spessi per accogliere il filtro. Visto che uno spessore mag­giore va di solito a scapito dell’estetica, alcuni fabbricanti si rifiutano di pre­disporre l’apposito alloggiamento. Per altri il mercato tedesco (Austria e Svizzera comprese) è però di tale valenza che vendono addirittura i filtri in carbone attivo oppure in legno di balsa.

Firsts: definizione che indica le pipe migliori dei fabbricanti rispetto a quel­le di seconda scelta (seconds).

Fornello: Dove si mette il tabacco. Forma e dimensioni molto varie.

Freehand: pipe formate a mano libera alla mola oppure alla smerigliatri­ce a nastro seguendo la venatura. Ogni pipa freehand è un pezzo unico.

Ghiera: Generalmente in metallo, spesso in argento, con funzione decorativa e di rinforzo della canna dove s’innesta il bocchino.

Handmade: in linea di massima si può affermare che una pipa è fatta a mano quando il materiale da lavorare (di solito la radica) viene tenuto nel­la mano durante tutte le fasi di lavorazione. Siccome anche le teste delle pipe che vengono prodotte utilizzando la fresatrice copiatrice richiedono in gran parte l’attività manuale, queste pipe vengono spesso definite handmode sebbene il termine più appropriato sia “prodotti realizzati parzial­mente a macchina”.

Imboccatura: è la parte anteriore del bocchino della pipa, che il fumato­re serra tra i denti. Oltre alle forme a fessura esiste anche l’imboccatura palatale (p/lip) ideata da Peterson che ha un’apertura rotonda rivolta ver­so l’alto ed una sagomatura particolare che fornisce un aggancio più efficace ai denti. In tal modo il fumo viene distribuito meglio nella cavi­tà orale evitando di causare il bruciore alla lingua.

Metacrilato: Materiale vetroso inalterabile e trasparente, colorabile a piacere, conosciuto anche come plexiglass. Utilizzato per i bocchini, ha il pregio di non ossidarsi ma non conferisce grip quanto l’ebanite.

Parte migliore del ciocco: definita in tedesco con il termine Plateou­holz. Si tratta del legno pregiato ricavato dalla parte più esterna del cioc­co con una venatura uniforme e la scorza. Il legno della parte interna del ciocco (il cuore) viene utilizzato per le pipe industriali economiche mentre i modelli più pregiati vengono ricavati esclusivamente dalla parte più ester­na che è la migliore. Quando il pipaio realizza delle forme freehand tal­volta mantiene la scorza sull’orlo della testa e all’estremità del cannello al naturale conferendo alla pipa un aspetto rustico.

Perno: Sistema d’innesto del bocchino nel cannello. Generalmente ricavata tornendo il bocchino stesso, ma può essere di materiale diverso riportato (teflon e altro). Le pipe con un alloggiamento per il filtro hanno un perno cavo da 9 mm.

Pipa dell’anno: tendenza inflazionistica degli anni passati. Numerosi fab­bricanti producono le pipe dell’anno, del giubileo oppure di Natale per lega­re i collezionisti alla propria marca. Visto però che molte ditte non indica­no nemmeno la quantità prodotta delle serie speciali, accade frequentemente che il loro valore non aumenti. Solo pipe molto rare e pre­giate di produzione limitata possono costituire un investimento.

Radica: Nel linguaggio tec­nico internazionale è diventata la definizione della radica che si ricava dal­l’erica arborea presente nel Mediterraneo. E’ il materiale ideale per le pipe in quanto resiste a temperature elevate e conserva il sapore e l’aroma del tabacco. La radica fu utilizzata per la prima volta nella produzione di pipe intorno al 1850 (secondo altre fonti addirittura nel 1802). Oggi si ritiene che la radica (briar in inglese, bruyère in francese), ottimale per la produzione delle pipe, deb­ba avere tra i trenta e i cinquant’anni. Tutti i tentativi di coltivare oppure di piantare questo arbusto in altre parti del mondo non hanno avuto successo.

Rusticare: irruvidire la testa della pipa per celare i difetti oppure le vena­ture sgradevoli del legno. Gli attrezzi che servono per la rusticatura sono i seguenti: piccoli bulini, numerosi aghi e un trapano. Questo lavoro viene eseguito quasi esclusivamente a mano e comporta un costo molto elevato anche se le pipe rusticate sono vendute ad un prezzo più conveniente di quelle sabbiate e di quelle con superficie liscia. La resa delle pipe rusticate è particolarmente buona – se il legno impiegato è pregiato e la lavorazio­ne di qualità – in quanto, avendo una superficie maggiore, consentono una migliore dispersione del calore.

Sabbiare: se, a lavorazione ultimata, il pipaio nota delle inclusioni oppu­re dei difetti nel legno delle pipe con una bella venatura, ma non vuole (a ragione) celarli utilizzando del mastice, allora provvederà a sabbiarle. In tal caso la loro superficie viene sottoposta ad un getto ad alta pressione di finis­sima sabbia quarzosa che elimina il legno tenero portando in rilievo la venatura. Tale processo non può essere attuato in presenza di gravi difetti, pena la perdita del semilavorato, ed è quindi, all’opposto della rusticatura, una garanzia di integrità della radica. In più, al pari della rusticatura, consente una migliore dispersione del calore.

Schiuma: Silicato idrato di magnesio di probabile origine fossile. Detta anche schiuma di mare ma solo perché è bianca e leggera. La migliore si ricava dalle miniere di Eskiseir in Turchia. Non va confusa con la “massa” o “schiuma di massa” che è un conglomerato di polvere di schiuma proveniente dai residui di lavorazione. Traspira bene, è leggera e non conferisce sapori al fumo, per cui si presta bene a produrre pipe; in più si colora progressivamente e non necessariamente in modo uniforme, aggiungendo il piacere della unicità alla pipa fumata. La maggiore produzione nel 1800 era a Vienna, ma da quando il governo turco ha vietato l’esportazione di schiuma grezza per proteggere la manodopera interna, la produzione avviene esclusivamente in Turchia, anche se con marchi viennesi, utilizzando quasi esclusivamente procedimenti manuali. Le teste scolpite non sono pantografate e si assomigliano ripetitivamente solo perché intagliate sempre dallo stesso artigiano.

Scolpire: espressione utilizzata spesso erroneamente. Sono pochi i pro­duttori che scolpiscono le teste delle pipe. Questo termine si è purtroppo diffuso a causa di una traduzione sbagliata della parola inglese to cave che ha nel contempo l’accezione di “scolpire” e di “formare”. La maggior par­te dei pipai modellano però le pipe con l’ausilio della mola oppure della smerigliatrice a nastro. Esiste inoltre il mestiere (in via di estinzione) del tor­nitore di pipe che tornisce le teste con il tornio. Otto Pollner è l’ultimo maestro tornitore rimasto. Solo alcuni produttori di pipe di schiuma di mare e Manuel Shaabi di Lauenburg scolpiscono effettivamente le teste delle pipe con coltelli o altri attrezzi.

Seconds: pipe di seconda scelta rispetto a quelle di prima scelta (firsts). Talvolta queste pipe vantano tuttavia la stessa qualità di lavorazione dei prodotti più pregiati in quanto è solo la venatura che non soddisfa il pipaio. Alcuni fabbricanti contrassegnano le pipe di seconda scelta con un’altra marca per distinguerle da quelle di qualità pregiata.

Sede del Perno: Alesatura del terminale del cannello che accoglie il perno del bocchino realizzando l’assemblaggio tra i due. Può essere particolarmente raffinata se prevede una boccola riportata che migliora l’accoppiamento (in teflon nelle Stanwell). Per evitare la creazione di una camera di condensa si ritiene opportuno che non ecceda in lunghezza la spina.

Segheria: Laboratorio dove i ciocchi vengono sgrossati e ridotti in placche e abbozzi di varie forme e dimensioni. Occorre grande abilità per sfruttare accortamente l’intero ciocco e per ricavare placche con venatura piena e ben orientata.

Spigot: Come il montaggio army ma con la conicità rivestita d’argento. Grande impatto estetico e massima robustezza .

Spot: è un’inclusione di granelli di sabbia oppure un piccolo buco sulla superficie della pipa. Se lo Spot è minuscolo alcuni pipai non sottopon­gono la pipa ad alcun trattamento poiché la radica è un prodotto natura­le. Secondo le esigenze qualitative, alcuni pipai mascherano simili difet­ti con il mastice o con la sabbiatura. Sono veramente pochi i pipai che non ammettono alcuno Spot sulle loro pipe.

Stagionatura: Tecnicamente “estivazione”, ossia esposizione all’aria aperta ma protetta dalla pioggia, a cui viene sottoposta la radica per alcuni anni (o mesi se si ha troppa fretta). Serve per essiccare la radica (non oltre un certo limite, oltre il quale si spaccherebbe e non sarebbe lavorabile) e per espellere le tracce residue di tannino che la rendono amara. Quelli più furbi essicano al forno per risparmiare tempo ma poi, per mascherare l’amaro del tannino, sono costretti ad impiastrare il fornello con il miele; preferiamo il metodo tradizionale.

Straight Grain: venatura perfettamente regolare e verticale (fiammata) priva di difetti che, a parere della maggior parte dei pipai, è rara come una vincita alla lotteria. Durante la lavorazione della testa della pipa il mordente penetra nel legno tenero, ma non in quello più duro e, essendo in ecces­so, viene eliminato. In questo modo la venatura uniforme viene messa visi­bilmente in rilievo. Alcuni autori specializzati ritengono che le pipe con la venatura Straight Grain offrano una fumata di massimo piacere in quanto si tratta del legno più pregiato. Personalmente non ho mai nota­to alcuna differenza di sapore in una Straight Grain rispetto ad altre pipe pregiate, ma devo ammettere che è gradevole all’occhio.

Strato di carbone: strato di protezione che si forma sulle pareti del for­nello con un rodaggio uniforme e cauto. Esso previene bruciature alla testa e non dovrebbe essere più spesso di due millimetri altrimenti potrebbe cau­sare delle fessurazioni. Solo quando si sarà formato lo strato di carbone il sapore del tabacco conserverà il suo aroma e sarà piacevole.

Testa: Parte in radica (o di schiuma). Comprende il Fornello ed il cannello.

(tratto, e integrato, da: Pipe – Rolf J. Rutzen – Idea Libri)

Cerca
×

Cerca

0
Ordini
Traduzione
×

Il Tuo Carrello

Nel tuo carrello ci sono 0 oggetti.

Vai al carrello

quadro